All’interno di inchiostri ribelli Ifdo presenta
Breve storia della scena demo del c64 (commodore 64)
Prima degli anni ’80 i computer erano nei centri di calcolo, occupavano intere stanze e venivano usati da tecnici in camice bianco, poi i primi home computer resero questi aggeggi degli elettrodomestici di uso comune. I centri di calcolo rimasero tali, ma le persone iniziarono a portarsi pezzi di informatica a casa, in un mondo che non conosceva ancora Internet. Si sviluppò una fiorente industria del software e in particolare dei videogiochi, il principale utilizzo di quegli scatolotti. Come sarebbe normale in un mondo con un senso, le persone si scambiavano i programmi, e come sarebbe normale in un mondo con un senso, li copiavano. La copia di un oggetto digitale è esattamente identica all’originale: non c’è un motivo per cui da uno, non se ne possa fare due o un milione. La fiorente industria del software non era però daccordo e si sentiva danneggiata e un poco offesa da tutta questa spavalderia. Si ingegnarono dunque a creare dei meccanismi di protezione, nacque così per risposta la scena dei crackers, persone che sproteggevano i giochi e di solito introducevano anche delle nuove feutures, tipo vite infinite, tasti per saltare da un livello all’altro, ecc… Queste persone erano organizzate in crew e usavano inserire una sorta di introduzione ai videogiochi crackati con il loro logo unito a qualche effetto grafico e musichina di impatto, un’attitudine del tutto simile al writing illegale sui muri o sui treni. Queste intro nel tempo divennero sempre più elaborate e crearono una
scena a parte. Il videogioco non era più importante, e il computer diveniva un mezzo espressivo autonomo dal circuito dei videogame. Dalla scena dei crackers nasceva così la scena delle demo. Si organizzavano e ancora si organizzano in giro per il mondo dei demo party, che durano un paio di giorni, in cui le varie crew si sfidano nel produrre dei bricolage di immagini, suoni e testo con piattaforme di solite vetuste. In questa chiaccherata parleremo della scena legata al commodore 64 e in particolare di alcune demo dai contenuti piuttosto politicizzati. Si tratta di un fenomeno piuttosto interessante di riutilizzo di tecnologie obsolete, ormai completamente marginali per il mercato, ma proprio per questo più libere, in cui la creatività può spaziare senza dover rendere conto di quanto denaro riesca a muovere.